MARZO 2016 – LO STRUMENTO ANTICO ATTRAVERSO LA VISIONE COMUNICA IN MODO NUOVO

MARZO 2016 – LO STRUMENTO ANTICO ATTRAVERSO LA VISIONE COMUNICA IN MODO NUOVO

fluidità

Negli ultimi articoli ho accennato al cambiamento che sta avvenendo in me, ho parlato di mutare in fluido e penetrare dentro le cose, persone, piante. Questo accade dalla metà di febbraio e con il passare dei giorni, quello che prima definivo come percezione, ora lo definisco come vissuto attivo attraverso la visione. Un’esplosione dei sensi che attiva in conseguenza fattori nuovi.

Al principio mi sono sentita destabilizzata, considerata anche la pesantezza del periodo di febbraio non comprendevo bene che direzione stesse prendendo il mio sentire, capivo però che qualcosa di grande era accaduto quindi mi sono lasciata andare e con fede ferrea mi sono messa in osservazione di tutte queste nuove esperienze che con il passare dei giorni si sono intensificate e ancora procedono a razzo in me ampliando sempre più il sentire che mi accompagna da sempre.

Premetto che ci sarà un po’ da leggere, ma trovo giusto raccontare come sono andate le cose…

Nell’articolo pubblicato il 16 Febbraio ho raccontato questo:

La Sacra, sempre staccata da terra, cielo rosa stile tramonto, bello e intenso. Io ancora divento acqua e prima di rendermi conto mi accorgo di sprofondare nella terra, ne sento la consistenza e l’odore. Mi ricompongo dentro una stanza sferica con tutto intorno porte di legno chiuse.  Dall’altra notte, la prima volta che ho cominciato a diventare acqua quando sono di là, spesso se chiudo gli occhi durante il giorno mi sento liquida e percepisco come di entrare dentro le cose, le persone, le piante. Sensazioni mia provate, qualcosa di nuovo per me.

Successivamente ho compreso che le porte sono 22, questo mi ha ricondotto ai Tarocchi, strumento con il quale ho un forte legame da davvero tanto tanto tempo. Per questo li ho presi e aperti, mi sono messa ad osservarli uno per uno accorgendomi di entrarci dentro. Inizialmente mi trovavo dentro ogni carta vedendo un panorama fisso e scorgendone comunque particolari e colori mai visti, poi, il trascorrere dei giorni ha fatto maturare questo nuovo modo di essere, sentire e vedere fino al momento in cui, una volta aperti, messi l’uno accanto all’altro mi hanno portato nel loro essere più profondo e non solo hanno cominciato a muoversi come in una danza colma di armonia, ma mi hanno mostrato cosa insieme possono fare, ed ecco che nello sperimentare questa novità ho rivolto la mia attenzione al mese di marzo chiedendo come si sarebbe srotolato davanti noi tutti, ecco cosa mi hanno mostrato..

La linea del passato mi presenta La Forza, Il Matto, La Temperanza

La linea del presente mi presenta Il Carro, La Luna, La Torre 

La linea del futuro mi presenta Il Sole, L’Eremita, Il Diavolo

Il destino delle cose conclude con La Morte, La Ruota della Fortuna, L’Imperatore

Non c’è tempo per il riflettere sul loro significato perché subito mi trovo in un ampio spazio, vedo una donna bellissima aprire le fauci di un leone che appena si accorge di me si volta e mi indica la natura, tutto riporta all’autunno, sento poi canticchiare e guardando verso la strada un uomo bizzarro mi viene incontro per dirmi che tutto procede e che da quel punto tutto riparte, lascia i suoi fardelli e mi spiega che tutto volge ad un nuovo inizio, se ne va invitandomi a guardare verso il prato. Una donna intenta a travasare un liquido da una brocca all’altra mi sorride, mi avvicino a lei e mi dice che quell’uomo ha detto il giusto, ma che è essenziale procedere con calma ed un passo alla volta, che ci vuole pazienza e che quando la brocca che sta riempendo sarà colma il tempo sarà giunto. In lontananza avverto un rumore e vedo un carro arrivare dalla strada a gran velocità, cavalli imponenti e meravigliosi, al galoppo smuovono la terra e molta polvere si alza. L’uomo sul carro m’invita a salire dicendomi che quella donna ha ragione, ma che nella pazienza comunque tutto si muoverà veloce. Parte rapido, mi tengo forte. Cala la sera e una grande luna illumina un grande spazio, in lontananza due torri e cani che abbaiano, davanti a noi un laghetto con un grande granchio che ci attende, l’uomo non accenna a fermarsi, mi tengo forte e mi preparo al contatto con l’acqua, ma nell’entrare non ci bagniamo e la corsa non si arresta, il carro prosegue e scendendo ci troviamo in una specie di galleria fatta di terra al suolo e ai lati mostrando sopra l’acqua del laghetto e il granchio galleggiare.  Al nostro passaggio questa si sgretola facendo venire fuori molte cose che non faccio in tempo a vedere chiaramente ma che tendono a salire in superfice. La corsa prosegue e nel risalire la galleria ci fermiamo a poca distanza da un’alta torre. Il terreno tutto intorno è zuppo dell’acqua del laghetto che è strabordata, le fondamenta della torre sono intrise d’acqua e le sue fondamenta traballano come se ci fosse un terremoto, la torre allora si apre e nel cadere mostra tutto ciò che conteneva, un forte odore putrido mi arriva alle narici e vedo molte cose vecchie e ammuffite. La notte ora lascia il posto ad un grande sole che con la sua luce mostra ampiamente le conseguenze di questo crollo e le bruttezze che la torre conteneva. Scendo dal carro per vedere da vicino e sento poi che riparte a gran velocità, seguendolo con lo sguardo, mentre lui va vedo arrivare un uomo, porta una lanterna nella mano destra, si avvicina e mi dice che se la luce del sole non basta a vedere, la sua lanterna porterà ulteriore illuminazione, mi spiega che serve ad affrontare il cammino di ricostruzione, che per poter ripartire è essenziale osservare cosa davvero c’era dentro la torre e che attraverso una crisi si raggiunge l’accettazione. Ci voltiamo di scatto nel sentire delle urla, l’uomo riprende il suo cammino e questo essere dai tratti indefiniti si avvicina e mi domanda se io ho fede. Gli dico di sì e lui mi chiede se davanti a quello scempio davvero dentro sento di aver fede, raccoglie da terra le cose vecchie e ammuffite e me le lancia addosso continuando a chiedermi se la mia fede fosse ancora presente. La mia risposta è sempre stata sì. Lui allora si è fermato, ha fatto un poco di silenzio e poi mi ha detto di non spaventarmi se avrei sentito un forte boato, mi ha spiegato che è necessario per provare la fede degli individui.

Si dissolve nel nulla e dietro di me scorgo un essere privo di carne ma in vita, una grande falce azzurra gira la terra e ripulisce il suolo, mi dice di essere portatore di trasformazione e rinascita, mi dice che grandi eventi faranno sentire di toccare il fondo. Continua a ripulire fino a che dalla terra libera emerge una grande ruota, lui con la sua falce allora la fa girare e da questa si materializza un uomo, bello, forte, con la mano destra regge uno scettro e mi dice di essere l’ordine delle cose giunto dopo la purificazione del crollo spiegandomi che da qui in poi, in crescendo, il nuovo criterio si sarebbe ristabilito.

Dunque i Tarocchi non mi parlano più attraverso la percezione interiore, bensì attraverso lo sperimentare attivamente il corso degli eventi.

Ecco dove siamo diretti. Esseri sempre meno densi è sempre più fluidi.

Penetrando la densità attraverso la fluidità giungono le risposte su come affrontare il nuovo cammino e mostrano i passi da percorrere per avanzare verso un orizzonte che a colpo d’occhio appare lontano, ma che osservandolo con attenzione si sposta avvicinandosi a noi e consentendoci di vedere bene il prossimo passo da fare plasmando così quello che è il compimento del disegno Divino in serbo per ognuno di noi.

L’esperienza dei Tarocchi porta per il mese di marzo al verificarsi di accadimenti d’impatto, importanti e  forti, che segnano un netto punto di svolta nella rivelazione, ciò molto probabile entro le prime due settimane del mese, le successive metteranno le basi per quello che sarà e nel fatto che per la fine di questo il nuovo seme germinerà mostrandoci così la nascita del Nuovo ordine delle cose, nel Nuovo Mondo, abitato dal Nuovo Essere in pieno divenire.

Siate Luce!

Stefania Ricceri