LA DESTRUTTURAZIONE CI PORTA DA “REALE” A “DAVVERO”

LA DESTRUTTURAZIONE CI PORTA DA “REALE” A “DAVVERO”

DAVVEROQuando le cose si osservano da vicino appaiono distorte.

Qualche passo indietro è necessario, la visione d’insieme consente di acquisire la consapevolezza, attraverso la consapevolezza tutto si comprende e tutto si chiarisce.

Siamo in un momento di piena destrutturazione, ogni cosa dentro ognuno, attraverso la nuova materia che stiamo inglobando, viene totalmente scardinata e riorganizzata, si getta via l’immondizia, si pulisce e si colloca ogni nuova particella nella nuova struttura che poco a poco stiamo diventando.

Questo comporta fatica, ci si sente destabilizzati, centrifugati, come direi io: spettinati…

Ma il punto deve rimanere sempre ben messo a fuoco, tutto ciò che sta accadendo è dato dal fatto che stiamo entrando concretamente in una nuova situazione, non più quella che blandamente definiamo “realtà”, bensì siamo in procinto di attraversare le porte del “DAVVERO”…. molto diverso da reale, perché ormai si è capito, reale spesso è illusorio, “DAVVERO” invece è ciò che è, in tutto il suo splendore.

Questo concetto me lo ha spiegato qualche mese fa uno dei Guardiani del Nuovo Mondo attraverso un lungo scritto che feci sotto sua dettatura, ho raccontato di lui in passato in vari articoli e adesso sento profondamente il senso di quelle parole.

Non c’è scampo a questo processo, non c’è scorciatoia, non c’è una via preferenziale, ognuno si sta dirigendo verso la soglia del proprio cancello, da quale lato questo sarà lo comprenderemo di certo una volta attraversata quella soglia.

Ora però torniamo alla destrutturazione.

La sensazione può essere opprimente, schiacciante, ciò deriva dal fatto che molta polvere viene gettata negli occhi e si fatica un po’ a compiere i passi, ma vero è che se solo si restasse sempre pienamente consapevoli di quanto accade, quanto meno ci si abbandonerebbe al flusso e si procederebbe in totale fiducia… invece le cose non vanno sempre così.

Perché?

Perché ancora si presta ascolto alla paura.

La paura devasta l’essere che tenta di tenere tutto sotto controllo senza capire che sotto controllo non si può tenere nulla.

Questo appartiene al concetto di “realtà”, non è così “DAVVERO”.

Nella realtà solo l’idea prettamente mentale che qualcosa di brutto possa accadere mette tutto l’essere in allarme, ogni cosa diventa pericolosa, rischiosa.

Ma questo accade perché ci si fa risucchiare dall’illusione reale e non ci si abbandona al flusso.

Mollando un po’ la presa si ha la possibilità di fare qualche passo indietro, in questo modo le cose appaiono molto diverse da come sembrano, si possono definire forme, colori, consistenze, sfumature, odori, udire suoni nitidi.

Ora siamo a questo.

Il fomentare paura crea idee limitanti, crea una realtà in cui si presta attenzione a come ci si muove cadendo rovinosamente dentro un fosso colmo di fango che si appiccica addosso e non consente di riprendere fiato.

Paura, di cosa?

Di un’idea… paura di qualcosa che è solo dentro la mente e che fa catalogare la cosa come “reale”.

Già, ma i fatti brutti accadono, le guerre, le malattie, la politica corrotta, il denaro che manca, il lavoro precario… possiamo aggiungere all’infinito.

Il punto è proprio questo, bisogna smettere di guardare fuori dalla finestra e cominciare a guardare nella propria casa senza restare fissi nell’angolo dove il buio sembra buio pesto e dove ogni forma viene distorta confondendo e destabilizzando.

Restare al centro di sè essendo simultaneamente al centro del centro di sè, l’unico punto in cui tutto offre una chiara visione e una piena comprensione.

Ecco, quello è il punto in cui finisce “reale” e comincia “DAVVERO”

Siate Luce!

Stefania Ricceri