DICEMBRE 2018 – LO SPIRITO SCUOTE E PLASMA LA MATERIA VIBRANDO IN ESSA.

DICEMBRE 2018 – LO SPIRITO SCUOTE E PLASMA LA MATERIA VIBRANDO IN ESSA.

Il cammino dell’Essere in divenire contempla, interiorizza e manifesta la spiritualità che È. La spiritualità non è materia eppure in essa si palesa, qualcosa che non si sente ma si avverte, che non si tocca ma si percepisce, che non si vede ma che si riscontra, dentro, vibrare forte. 

Un altro importante impatto quello che nell’illusoria linea temporale chiamiamo Dicembre.

Vedo un vuoto pieno di materia nuova avvolgerci, un vuoto di colore oro, apparentemente privo di contenuto eppure vivo e carico di energia, un’energia che silente penetra posandosi sulla terra, insinuandosi nell’aria, impalpabile ma avvertibile dai venti che portano correnti nuove; vedo individui presi dal quotidiano frenetico fermarsi come se qualcosa pigiasse il tasto pausa di un telecomando e li vedo accorgersi di ciò che davvero è. 

Sento il loro respiro, che nell’avvertire il blocco apparentemente forzato si fa affannoso, sento, nel camminare tra loro, casse toraciche rumoreggiare, sento poi respiri soffocati che si acquietano, vedo occhi che lacrimano copiosamente colti da un vedere profondo che mostra loro da prima un panorama di distruzione e poi, il rapido muoversi che presenta la pulitura, la costruzione, il nascere di nature incontaminate. Li vedo li, immobili, mutare espressione mentre il rumoreggiare delle casse toraciche acquisisce un tono più lento, ritmato, che va, in crescendo, ad accordarsi con le casse toraciche degli altri individui. 

Ne consegue armonia, vibrazione, pienezza che si espande al tocco della vegetazione, degli animali, delle pietre, del mare, delle cose apparentemente inanimate. 

Vedo poi, come una moviola, gli individui prendere a muoversi lenti e intorno cala un fitto buio che non mi consente più di vedere, ma che mi fa percepire forte attività e mi porta ad abbandonarmi al suolo, suolo che non è più fatto di terra ma di acqua che sento avvolgermi pur senza bagnarmi. 

Arriva poi una luce fioca fatta di piccole fiammelle che mi consentono di nuovo di vedere, in quest’acqua che non bagna mi passano davanti numeri, parole, presenze, essenze, linee rette, curve, tratteggiate; punti, spazi, sequenze di colori, particelle e sostanza densa, materiale, liquida. 

Vedo gli individui sperimentare la medesima cosa e li vedo poi avvolti da questi codici fluttuanti in questo liquido che non bagna.

Odo tre rintocchi dati da un campanile che scorgo all’orizzonte emergere nel mare aperto, calmo, blu intenso, imponente e rassicurante al contempo. 

Ogni rintocco determina un evento.

Il primo mi riporta al vuoto pieno di materia nuova color oro, il secondo mi mostra nuovamente gli individui che si fermano e sento ancora il rimbombo delle loro casse toraciche e veloce poi li incontro a fluttuare avvolti da codici. 

E ancora silenzio, mi trovo nello spazio, che mi consente di vedere il nostro pianeta avvolto da una nebbia color oro e poi dentro un liquido che non bagna avvolto dai medesimi codici e sento il rimbombo dello stesso che risuona nello spazio cosmico prima rapido e poi farsi cheto congiungersi agli altri pianeti.

Odo il terzo rintocco e sperimento la contemporaneità.

Vedo lo spazio, il pianeta terra, gli individui, me stessa, sento il respiro di ogni cosa che si manifesta all’unisono, torno indietro al fermo e avanti al presente, torno al buio e il silenzio, vedo le fiammelle e codici congiungersi e separarsi, fondersi e scindersi per poi ricongiungersi e unirsi in un’unico nucleo. Tutto questo simultaneamente. 

E poi uno spostamento interiore che si produce anche nella terra e avverto una spinta irrefrenabile, incontrollabile, come un istinto selvaggio e animalesco, che mi porta a saltare e trovarmi in un ambiente che apparentemente si mostra come quello di sempre ma che è totalmente diverso, vedo gli individui tornare al quotidiano con movenza distinta, vedo me stessa, e sento.

Sento che questo momento che chiamiamo dicembre determina il compiersi di un qualcosa di grande. 

Dicembre nei suoi tre rintocchi ferma, ristabilizza, crea, amplifica, trasmuta, apre, ma sopratutto, nel concludersi, palesa lo sperimentare della coesistenza e della contemporaneità, concretamente, portando l’individuo a sentire che nel momento tutto si presenta senza più ieri e domani, senza più bianco o nero, senza questo o quello, senza destra e sinistra, ma solo tutto, qui, ora, in questo momento, fusi in un unico vibrato che intona il canto della vita nell’esistere. 

Dicembre è attivo, rinvigorente, sconvolgente, dicembre è la spinta a sperimentare e sentire, fluido e caldo, protetto e scoprente. Dicembre è morte, trasformazione che consente la nuova vita. Tutta. Qui, ora, adesso, in questo momento.

Lo spirito che scuote e plasma la materia vibrando in essa. 

Vedo il respiro, sento il respiro. Avverto l’esistere della Sacralità e della Bellezza.

… Diverremo molti e molti e molti.

Con Forza, Coraggio e Fede.

Siate Luce!

Stefania Ricceri