E con il naso all’insù si aspetta il grande Boato, nel frattempo la vita passa, il cambiamento è in essere e non ci si accorge.
Il grande Boato è giunto, solo che non ha fatto fuochi d’artificio, non ha prodotto esplosioni eclatanti e non ha mostrato opere strabilianti… lassù, là fuori.
È giunto di soppiatto, con largo preavviso, sì, ci si è preparati così lungamente al suo arrivo che le nozioni si sono accumulate confondendosi, spesso distorcendosi, altre volte addirittura perdendosi.
Ma lassù, là fuori, in apparenza ancora niente. Già, perché ci va l’arrivo del grande gigante, l’inversione del cosmo, la luna che balla, il cielo che cade… allora sì che si può gridare al cambiamento ed annunciarlo in pompa magna!
Il grande boato è giunto, silente, quatto quatto è arrivato e si è accomodato e paziente attende di essere notato. (Oddio, oggi faccio le rime!)
Di tanto in tanto ti bussa e tu stai lì, con il naso all’insù, ti parla e ti invita ad osservarlo, a colloquiarci, ma niente, avverti tutto come il brusio di sottofondo che produce la mente e che ti induce ad aspettare lampi e saette cadere dal cielo.
Aspettarti… sì, perché l’aspettativa è fetente e il più delle volte deludente.
Eppure il boato è giunto, non fuori, non lassù, non intorno, non ha effetti speciali, non si presenta sfarzoso e glitterato, non arriva gigante ed imponente.
È giunto, ma dentro, senza rumore, ti osserva chiedendo ripetutamente: “Cosa Senti?”
È giunto fuori dall’aspettato, dal calcolato, dal ponderato.
Si è presentato attraverso un’energia scoprente, svelante, procede intensamente e smantella una ad una quelle resistenze e apparenze che vanno lasciandoti senza niente.
Il boato è giunto e ad un tratto ti senti delicato, vulnerabile, fragile. Con le mani sul volto, vanamente, tenti di non farti riconoscere, ma il Boato sa bene chi tu sei; chi tu sei davvero. Allora si alza, ti viene vicino e amorevolmente ti toglie le mani dal viso, ti guarda e ti dice: “Va tutto bene, ora sono qui, ciò che vedo in te è un Essere meraviglioso” – “Guarda, guarda che meraviglia che sei, non ti servono quegli argini, quei pali, quei muri, certo, sei vulnerabile ma forte, delicato ma robusto, fragile ma indistruttibile; abbandonati, lasciati cadere, scoprirai così che la caduta non esiste, che gli argini non ti servivano e finalmente potrai vivere, VIVERE DAVVERO”.
Detto questo, l’oscillazione avanza, residui di vecchi criteri si sgretolano, il Nuovo spinge ed entra, centrifuga e crea, produce e induce, amplifica e armonizza, nutre e rivitalizza, stimola e smuove.
Davvero credi ancora che sia necessario stare lì con il naso all’insù?
Il cambiamento è avvenuto, accorgitene. Non aspettare che accada qualcosa di lampante per crederci; certo, arriverà anche quello, ti prenderà e ti stropiccerà se ti ostinerai a non SENTIRE, ma siamo qui, adesso, ed in questo preciso momento il cambiamento è presente, ed è immenso.
La senti la campanella?
La scuola è finita!
È tempo di Agire, Creare, Costruire, Essere, Ricongiungersi, Condividere, ma sopratutto Amare.
Amare qui, adesso, ora.
Hai tu Fede?
… E da pochi diverremo molti e molti e molti.
Con Forza, Coraggio e Fede.
Siate Luce!
Stefania Ricceri