Porta una crisi necessaria e rivoluzionante.
La caducità delle cose porta una crisi necessaria e rivoluzionante data da un movimento non improvviso, ma determinante, che attiva importanti spaccature, cadute, divisioni, rivelazioni.
E intanto respira.
Cammina.
Tu continua a camminare e non voltarti indietro.
Lascia che tutto ciò che deve vada, permetti che ogni cosa si manifesti senza farti prendere dal clamore di ciò che udrai e vedrai.
Il flusso energetico spinge e pressa a velocità stordenti, ma tu, stai.
Va aprendosi un periodo chiave che nel tempo porterà a nuove organizzazioni e nuove modalità.
L’aria è confusa, distorta, densa, lenta agli occhi degli esseri umani, ma se ti soffermi ad osservare, ad ascoltare, ti accorgerai di come gli ingranaggi di una grande macchina ormai arrugginita si sono inceppati irrimediabilmente.
E, nell’inceppo, la spaccatura va rendendosi davvero evidente, ma lascia che il processo prosegua, lascia che ogni cosa segua il suo corso ormai segnato.
A seguire l’immagine l’apertura Tarologica dedicata alla settimana che va dal 3 al 9 Maggio.
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La caducità delle cose porta una crisi necessaria e rivoluzionante.
Nel disaccordo accordante si muovono le fila di progettualità ufficiose che risultano pericolose perché le micce che vanno accendendosi potrebbero innescare conseguenze importanti in termini di fanatica e capricciosa irresponsabilità.
A giocare con il fuoco si rischia di bruciarsi, si dice, ma pur vero è che non si muove foglia che Dio non voglia e questo è sempre bene ricordarlo.
Non credo, tanto meno in tempi come questo, che il flusso cosmico, o movimento Divino, non operi.
Così come non credo che il concetto di Giustizia e di Giusto, nonostante lo squilibrio umano, non daranno il loro concreto esempio di esistenza.
Ma non lo credo per un semplice motivo: ho Fede.
Questo certamente non mi esonera dall’attraversare, come tutti, quanto accade e accadrà aldilà di quanto possa toccarmi, ledermi, togliermi.
Questo è il mio giro in giostra ed è esattamente come il tuo, perché ci troviamo a viverlo insieme seppur su carrozze differenti in termini di geografia e di scelte interiori.
Ma alla fine, che differenza fa se siamo distanti 100 o 100.000 km, che differenza fa se le nostre scelte sono state più o meno simili o totalmente differenti?
Nessuna.
Perché quello che sta accadendo ci coinvolge tutti, indistintamente.
Poco importa se abbiamo visioni differenti, se siamo incazzati o meno o se ci rallegriamo per cose diverse.
Tutto questo lo sperimentiamo e lo affrontiamo insieme e questo anche se non ci conosciamo e mai ci conosceremo.
Il punto è che noi siamo quelli che hanno scelto di esserci adesso e a questo punto, tanto vale partecipare e andare e farne esperienza, e vivere.
La paura fa morire nonostante un cuore che pulsa.
L’incazzo e la frustrazione, pure.
La caducità delle cose.
Ora, chiusa la parentesi della chiacchiera di pausa riflessione, la situazione mostra un flusso energetico alle stelle, incandescente nelle sue profondità come un vulcano che si sta preparando ad eruttare.
Ma c’è un ma: non tutti i mali vengono per nuocere, anche se questa è una cosa che si comprende sempre a posteriori.
Andando dentro, nelle profondità dell’essere, quello che accade è incandescenza alimentata da un vento che porta e non da un vento che spazza.
Vento che volteggia sulle nostre teste e che manda avanti e indietro, che spinge e richiama, ma che poi, induce a fermarsi e ad ascoltarlo.
Questo è il momento dello squilibrio che porta comprensione verso un nuovo equilibrio.
Il momento dell’assurdo, della follia, della bruttura, del sangue che scorre.
Solo che per molti tutto questo è lontano o relegato in un rettangolo chiamato dispositivo mobile, fisso o peggio ancora, televisione.
E siccome risulta lontano, quei molti proseguono come se nulla li scalfisse, come se nulla li spostasse da loro flusso di superficialità e da una smania di apparire in crescente ed isterica ostentazione.
Ma la terra chiama e saremo portati, tutti, a rimettere le mani nella terra, a riprendere arnesi che oggi reputiamo obsoleti e a muoverci per lavorarla, ripulirla, ricostruirci sopra.
Altro che pizzi e merletti, altro che unghie e mode, altro che schizzinoserie e perfettinismo.
La terra è selvaggia, viva, operosa, sacra.
La caducità delle cose.
Lo comprenderemo, ne sono certa.
Così come sono certa che anche gli abbracciatori di alberi seriali comprenderanno molto bene che anziché riversare le proprie lagne, dovrebbero inchinarsi dinanzi cotanta sacralità; in silenzio, a occhi bassi che guardano lei, la terra.
Altro che cielo, che illuminazione, che om, zen, spiritual, namastè e cazzi e mazzi.
La terra.
Umano in terra.
Umano che fa pace con l’umano che è e si riunisce alla terra.
Perché adesso non sarà l’abito a fare il monaco, adesso sarà quello che ti muove dentro a vestirti, a vestirci, e a mostrarci.
Anche se una buona parte l’abbiamo già ampiamente vista in questi ultimi anni.
Ma quello era solo un giro di prova, il grande spettacolo mediatico non è più sperimentale, già da un po’.
L’unico abito di cui disporremo sarà la nudità ed essa ci mostrerà così come siamo, vulnerabili.
Ma finché l’umano non comprenderà in sé che vulnerabile è sinonimo di Forza Interiore, non muterà la sua frequenza.
Cosa molto raccomandata ora, perché nel tornare alla terra quella Forza Interiore sarà più preziosa dell’oro.
La caducità delle cose.
Lungo la strada del ritorno alla terra molte sono le cose che si muoveranno…
D’un tratto qualcosa cadde e fece un gran rumore, le nazioni unite si divisero lungo un periodo di tempo fatto di forti screzi e disaccordi interni.
La moneta si riversò al suolo e dallo stesso venne assorbita, scomparendo; volti disperati accorsero a scavare, trovando solo radici.
Lunghe radici che pulsavano trasudando un liquido acquoso ma corposo.
La terra divenne nera come se qualcosa l’avesse bruciata da dentro.
In essa però vi erano nutrienti vitali che la rendevano fertile e pronta a donare nuovi frutti.
Il passaggio ad un nuovo modello di economia e socialità fu impegnativo, ma nell’evidenza dei fatti risultò equilibrato e criterioso portando sviluppo, crescita, evoluzione e benessere.
Per raggiungere questo nuovo stato di cose, però, giunsero ancora blocchi, farlocche, e meno farlocche, infezioni, perdite sul campo dati dagli scoppi in terra santa e non così come perdite sul campo da coloro che hanno a suo tempo scelto di sacrificarsi in nome della scienza criminale non curante delle anime, ma di numeri crescenti di denaro in nome di un progetto totalitaristico ed eliminaristico.
Ogni cento uno si ridestava dal torpore vedendo il vero e il giusto e da ogni dove si congiunsero per ricostruire la Bellezza.
Nel frattempo il suolo mutò ed emersero nuovi antichi luoghi mentre il sole lasciò posto al grande sole che permise di vedere altri nuovi mondi e conoscere altre nuove creature.
Ma intanto ribadisco, continuiamo a camminare, cazzuti e coccolosi.
Hai tu Fede?
A tutti i Guerrieri dell’Esercito Celeste.
Lasciati pervadere, la linea Sacra sta per accendersi, l’alba è prossima.
Segui la Via che va illuminandosi di Blu…
Nel nome di Michele.
Ogni cosa riporta alla natura e alla naturalità delle cose.
Siamo verso l’ingresso del Nuovo Rinascimento.
L’era della Interezza è alle porte, la Stirpe dei Puri si va formando…
FIDEM
Umani Divini.
Divini Umani.
Torneremo a guardare le stelle.
E fu sera e fu mattina…
Stefania Ricceri
Tarologa • Autrice
Procedo contemplando il mistero che mi avvolge
e nel quale respiro il soffio Sacro della Vita.
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Con Forza, Coraggio e Fede.
Siate Luce!
Stefania Ricceri
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